Basta vedere la Copertina per capirne il valore.
Non quello editoriale o divulgativo ma quello che ha rappresentato per intere generazioni questo libriccino di 136 pagine.
Mia nonna disponeva della prima edizione (1932) e mia madre dell'ultima (1970) e in un mondo ancora privo di televisione (internet non era neanche nei libri di Giulio Verne) saper leggere e sapere di
“purganti, rinfrescanti, tonici,
digestivi, ricostituenti, calmanti,
antisettici, antiacidi, antifermentativi,
lassativi, sedativi, enteroclismi
che si fanno al mattino a digiuno
od in ogni caso
molto lontano dai pasti”,
od in ogni caso
molto lontano dai pasti”,
dava alle donne il grande potere di guarire quando ancora i farmaci non avevano tolto del tutto all'umanità semplice, al popolo minuto, la coscienza di essere parte di un tutto.
Era il tempo in cui i libri iniziavano con :
“Caro lettore, nel 1930-1932, dedicavo le ore disponibili dal lavoro di farmacia, a Santo Stefano Belbo, allo studio dell'erbe medicinali ….”
e terminavano con
“Caro lettore, nel 1930-1932, dedicavo le ore disponibili dal lavoro di farmacia, a Santo Stefano Belbo, allo studio dell'erbe medicinali ….”
e terminavano con
“Pace e bene”.
E in queste presentazioni avvertivi il desiderio di essere utile agli altri con la propria esperienza di “Botanico – Erborista – Diplomato”.
Abbiamo fatto molta strada da quando Francesco Borsetta compilava il suo primo opuscolo di 32 pagine e siamo oramai radicati delle nostre convinzioni sullo stare bene e non perdiamo occasione di strombazzarle con tutti i mezzi della pubblicità; ma qualcuno, e forse sono tanti ma silenziosi, sta tornando nuovamente alle “Erbe” ed al “Pace e Bene”.
Solo che oggi, per vanità o per atteggiarci a persone estremamente colte e raffinate, il "Pace e Bene" lo chiamiamo PNEI.
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e ora godiamoci
.. un bellissimo clistere ..


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